Il valore della lentezza nel gioco all’aperto
Quanto è importante la lentezza nella quotidianità dei bambini? Il tempo lento va a braccetto con il gioco all’aperto?
La nostra società ci mette pressione, frettolosità e velocità che trasmettiamo in qualche modo anche ai bambini. La loro quotidianità è spesso immersa in programmi ed attività, togliendo tempo da dedicare al gioco libero all’aperto.
In quest’articolo ci focalizziamo sul trascorrere del tempo all’aperto scegliendo di poter usufruire di quel tempo libero considerandolo come un momento prezioso, anche per riscoprire la lentezza di cui tutti abbiamo bisogno.
Cosa ci insegna la Natura sulla lentezza?
In Natura i ritmi temporali sono differenti. La crescita di una pianta o di un fiore ha bisogno di tempo. Il ciclo delle stagioni ha bisogno di tempo per apportare tutti i cambiamenti stagionali, dalle fasi lunari al cambiamento della temperatura. Gli esseri viventi hanno bisogno di tempo per crescere, così come l’uomo, l’essere con un lungo processo di crescita, ha bisogno di tempo per crescere e per diventare autonomo.
La Natura ci insegna come ogni cosa abbia i suoi tempi e non dobbiamo scordarcelo, ricordando la lumaca come il simbolo di un tempo più lento ed è solo uno dei tanti insegnamenti che riceviamo dalla maestra Natura.
Il simbolo della lentezza in Natura rappresentata dalla lumaca è un’immagine funzionale per valorizzare l’idea che ogni essere vivente abbia i suoi tempi, anche i bambini. Il simbolo della lumaca, in più, rafforza la necessità di lasciare crescere i bambini, ad esempio senza anticipare le tappe, per lasciarli esprimere e liberi di esprimersi. La lentezza, infatti, è associata alla libertà di esprimersi, di giocare, di scegliere i tempi con cui fare, senza programmi e regole scelti dagli adulti.
In che modo il gioco all’aperto favorisce un tempo lento?
L’ambiente naturale favorisce un miglioramento sullo stato d’animo, promuovendo un effetto rilassante e pacificante, anche nei bambini. Il tempo all’aperto dedicato al gioco libero soddisfa il bisogno contemporaneo di vivere in modo più lento e disteso, assaporando un tempo rallentato.
A volte ci possiamo fermare o possiamo rallentare per riflettere sulle scelte fatte per i propri figli.
Quante volte i bambini hanno giornate piene di impegni, di programmi e di attività? Quante attività svolgono durante la settimana? E quanto tempo libero all’aperto hanno durante la settimana o meglio nella giornata?
Sono alcune delle domande da porsi per riuscire a prendersi l’impegno e l’abitudine di un maggior tempo all’aperto, inteso come un tempo ed uno spazio prezioso per la crescita dei bambini. Il gioco libero all’aperto rappresenta un tempo di qualità da offrire ai bambini, e non come un tempo perso o un tempo per riempire la giornata, bensì un momento scelto per lasciarli esprimere, respirare, fermare e magari anche annoiare.
All’aperto il tempo è più calmo, più lento e senza fretta. Un tempo senza programmi è funzionale per lasciarli giocare in modo libero, per lasciarli scegliere come, a cosa e per quanto giocare, per annoiarsi, per inventarsi e costruire nuovi giochi, per conoscersi, per conoscere l’ambiente circostante e per divertirsi. Ogni bambino trova il suo tempo per giocare, per esplorare e per sperimentare.
Una passeggiata, una gita in montagna, una giornata in spiaggia del mare o del lago, un pomeriggio, o quanto si riesce, giocando liberamente in un prato permette ai bambini la possibilità di ricaricarsi. Scaricare le energie e ricaricarsi, fermarsi e concentrarsi su un gioco, respirare ed ossigenare i polmoni, sdraiarsi sull’erba o ai piedi di un albero ed osservare, correre e saltare, arrampicarsi o scavare. Ogni bambino trova e sperimenta le sue modalità di interagire con l’ambiente, seguendo i suoi interessi ed i suoi tempi.
La lentezza costituisce un valore aggiunto al tempo trascorso all’aperto. Questo benessere favorisce l’alleggerimento delle tensioni emotive, favorendo un clima emotivo più sereno e più tranquillo, sempre in un’ottica di un’educazione rispettosa.
Arianna Gerbore
La Pedagogista Verde